giovedì 5 febbraio 2009

Prima conoscenza...


Ci rivediamo, solito posto per la solita ragione. Siccome é difficile conoscersi ma vorremmo farlo, io e Di decidiamo di invitare a cena Ma e la sua amica. Loro vengono dalla Liguria e salgono a Milano solo per il corso, cosa che non ci permette di frequentarci al di là delle lezioni. Accettano con gioia, e con loro viene un altro amico. Perfetto, più siamo e meglio stiamo. A Di piace tantissimo invitare persone a casa, io sono un poco più restia, perché spesso mi sento in imbarazzo con gli sconosciuti (o semi-sconosciuti). Scherzando, mi definisco un’andicappata emotiva, ma nei fatti non so quanto sia necessario scherzare... davvero a volte preferisco stare un passo indietro piuttosto che farne uno avanti, soprattutto con le persone. Il mio passato da anima burrascosa mi porta alla conservazione, perché la scoperta, a cui mi spingerebbe spesso l’istinto, sa di frutto a volte troppo proibito, a volte troppo pericoloso.

In questo caso però sono tranquilla, a mio agio (strano!). Siccome il corso dura fino a tardi e i nostri ospiti dormono dall’altra parte di Milano decidiamo per una pizza da portare a casa. Ci pensano Di e Ma ad andare a prenderle, mentre io faccio la padrona di casa con Da e Al.

La serata scorre piacevolmente, la compagnia é particolarmente stimolante, ed a fine serata sono davvero contenta di aver conosciuto meglio Ma e Da, così come l’infiltrato (maschio) Al. Lavoriamo tutti nello stesso settore, ed é stimolante poter scambiare opinioni, vissuti, idee, con persone che fanno il loro lavoro con così tanta passione.

A fine serata, quando gli ospiti ci lasciano sole, Di mi racconta che mentre era a prendere la pizza, Ma le ha confessato che aveva capito subito che io e Di stavamo insieme, e che neppure lei disdegna le donne. Non posso certo dire che non me l’aspettavo, ma avendo sempre sentito nominare, riguardo le sue storie, un “fidanzato”, un poco sono rimasta stupita. D’altronde, nemmeno noi ci presentiamo come una “coppia”. Siamo Si e Di, piacere. Se poi le persone capiscono, bene, in caso contrario, noi non facciamo nulla, né per fare capire la nostra situazione, e neppure per negarla. Viviamo come viene, in naturalezza, senza mai negare lo stato delle cose.

Quindi, saputo di Ma, devo dire che sul momento ho solo pensato “ok”, ma a posteriori, facendo un tuffo nei ricordi, devo dire che mi ha fatto piacere, tanto piacere da aver messo una certa distanza emotiva tra me e Ma. Sapete, “just in case”...

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