Quello che questa storia sicuramente ci ha insegnato più di qualsiasi altra cosa é di ricordare sempre, d'ora in poi, di non giudicare mai, ma proprio mai, prima di conoscere. Sono settimane che sentiamo dire di tutto sulla nostra relazione, ma quello che sentiamo più spesso sono giudizi sul perché, secondo altri, ci siamo innamorate.
Interessante.
Posso capire gli amici, tutto sommato ci conoscono, quindi gli verrà pure spontaneo dare la loro opinione, d'altronde gliel'abbiamo chiesta noi. Ma non capisco i conoscenti, o le persone conosciute in pochissime occasioni che passano le notti a riflettere sulla nostra situazione... Se non fosse a volte tragico, ci sarebbe da sentirsi onorate da tante attenzioni! Ciò che lascia basiti é la sicurezza con cui, spesso dopo una di queste notti riflessive, alcuni vengono da noi a proporci la loro perla di saggezza, individuando (a loro dire) la ragione ultima di questo sentimento. Sì, perché é anche da notare che nessuno mai usa la parola amore, in genere viene usato il termine "relazione", e quando sono generosi "sentimento". Primo fra tutti vince l'idea che a me e Di mancasse qualcosa, e che questo qualcosa sia ora rappresentato da Ma. Certo, il ragionamento fila, ma come fanno, mi chiedo io, dei perfetti sconosciuti ad affermare che a me e Di mancasse qualcosa? La nostra relazione dura da 6 anni, e ci sono stati momenti di noia, di routine, ma questi "sconosciuti" come fanno ad affermare che eravamo in uno di questi momenti? Loro lo sanno! Orca, complimenti.
Un altro argomento che va per la maggiore é quello della trasgressione: Ci piace trasgredire, ci da una dose di adrenalina che ci appaga e la confondiamo per amore... articolato, pure un poco scientifico! Ovviamente entrambe queste situazioni sono destinate a terminare in pochissimo tempo, con enormi sofferenze per tutti, soprattutto per Ma, "l'infiltrata", perché io e Di siamo una coppia, e non ci divideremo.
Un giorno vi racconterò perché quest'ultima affermazione non può accadere.
Quindi dico: non voglio giudicare mai più. Se mai mi capiterà di sentire, vedere, partecipare a cose che non condivido o non capisco, prima di giudicare mi impegno ad ascoltare. Ascoltare ciò che vedo, ciò che sento, ciò che vivo; e mi impegno a domandare ai diretti interessati le ragioni del loro comportamento, dei sentimenti, delle paure (mai nessuno che s'interessa alla paura che una tale situazione può suscitare), dei gesti. E magari, se mi scappa, chiedo anche come stanno.
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